Controllo buono e controllo negativo.

02.11.2020
CONTROLLO PROBLEMA O RISORSA?

Entrambe le cose: dipende dal tipo di controllo e dal contesto in cui lo collochi. Parlo di controllo perché la settimana scorsa nel mio post dedicato alla Visione e cicli aperti (se non lo hai letto: clicca qui),  la maggior parte delle persone ha commentato la slide dove invitavo a lasciare andare ciò che non puoi controllare.

In quel contesto mi riferivo al controllo negli obiettivi e il mio suggerimento era quello di: agire su quello che puoi controllare pienamente, nonché su quello che puoi influenzare e di lasciare, invece, andare quello che non rientra oggettivamente nella tua padronanza.

Tuttavia alcune persone hanno risposto facendo riferimento ad altri tipi di controllo, manifestando una difficoltà a "CONTROLLARE IL CONTROLLO"

Ecco perché ho pensato di soffermarmi sull'argomento anche al di fuori del mio consueto lavoro sui Piani B.

Esiste un CONTROLLO BUONO e un CONTROLLO NEGATIVO: un discrimine che il Sognatore Pratico conosce bene.

Vediamo di che cosa si tratta. 

 Guarda le foto-slide e leggi le didascalie, fammi sapere a che punto sei (in che cosa ti senti forte e in che cosa ti senti debole) e avrò cura di risponderti con un suggerimento.

Quando hai un obiettivo (di qualunque genere) fai quello che è in tuo potere per realizzarlo: può trattarsi di qualcosa che controlli pienamente o di qualcosa che, con il tuo comportamento, influenzi.
Questo è un modo buono di usare il controllo 


Per lavorare sull'area di controllo e di influenza, occorre prima che individui correttamente i punti dove questo potere può essere esercitato.
In via generale, l'approccio soggettivo aperto e positivo è comunque consigliato, anche se non è sufficiente: individua azioni concrete soggette esclusivamente al tuo controllo e azioni che possono influire sul risultato. 


La messa in atto del controllo benefico, presuppone un pieno contatto con il proprio potere personale, abbandonando gli schemi tipici del "non dipende da me". Esistono cose che non dipendono da te, ma per altre il tuo contributo causale è fondamentale. 


è importante riconoscere come il tuo modo di agire, di pensare, il tuo approccio generale ha influenzato i risultati nel bene e nel male.
Non serve per colpevolizzarti, ma per correggere la prossima volta. 


Individuare il tuo contributo causale negli eventi è riconoscere il potere maestro dell'errore: non ti sminuisce e, al contrario, aumenta il tuo potere personale. 


Il controllo consapevole delle risposte e delle reazioni, costituisce una forma di rispetto per il prossimo e migliora le relazioni.
Non significa mentire o non essere autentici, ma significa imparare ad ascoltare gli altri e a comprendere gli eventi, senza etichettare e reagire in maniera non produttiva.
Corollari di questo tipo di controllo sono: l'intelligenza emotiva, la resilienza, l'assertività e l'empatia. 


E naturalmente esiste anche il controllo negativo, quello controproducente, quello che blocca, quello che può portare a stress e a risultati indesiderati.
Vediamo di che cosa si tratta. 


Questo è il paradigma generale: ci sono alcune cose oggettivamente non controllabili e non influenzabili. Poche a dire il vero, ma esistono.
Accanirsi per cambiare le cose è come sbattere la testa dentro un muro.
Ti faccio alcuni esempi. 

Questo è uno dei classici scogli che tocca soprattutto le relazioni sentimentali:
ho sentito tante volte le persone pretendere di cambiare il proprio partner pensando che basterebbe che facesse questo o quello, per il resto dicono di amarlo.
Non cambi una persona e quando la ami, la ami così come è.
Se non ti piace come si comporta in questo o quello, le soluzioni sono altre.
Se pretendi di cambiare il tuo partner, rischi grosse delusioni. 

Questo è un problema che conosco benissimo e lo vivo in prima persona, ma ho pur sempre l'onestà di riconoscere che è una forma di controllo negativo.
Esso nasce:
- dall'idea di dover fare tutto da soli per dimostrare qualcosa a qualcuno (nell'enneagramma il tipo 2 ci cade parecchio)
oppure
- dall'idea che solo tu puoi fare le cose per bene
(il tipo 1 dell'enneagramma ne sa qualcosa)
- dalla sfiducia verso il prossimo
(tipo 1 e 6 ci cascano).
Il risultato è scoppiare, mettere per ultimi i tuoi bisogni, non delegare mai.
Ho menzionato l'enneagramma perché spesso questa forma di controllo è legata a caratteristiche radicate della personalità. Conoscerle aiuta a moderarle, addomesticarle consapevolmente.
Se sei interessato all'argomento chiedimi info, perché fra poco partiranno miei corsi di introduzione e approfondimento dell'Enneagramma della personalità, utilissimo anche per tanti altri temi (il controllo mi serve come esempio, ma naturalmente non è l'unica disfunzione

Questo aspetto attiene molto al controllo delle proprie azioni.
La precisione è una grande dote, ma quando sfocia nel perfezionismo diventa bloccante.
L'ottimo è nemico del buono.
Anche in questo il tipo 1 dell'enneagramma avrebbe molto da raccontare. 

Riconoscere le proprie responsabilità e il proprio contributo causale negli eventi è un atto di consapevolezza e di apprendimento dagli errori.
Sentirsi in colpa o pretendere di essere perfetti, porta al problema di controllo appena visto nella slide precedente. 

Questa è una forma sottile di controllo: se dai per ricevere, in realtà pretendi di avere un certo controllo sulla persona e sui risultati che ti aspetti di ottenere.
Porta tensioni, delusioni e pessime relazioni.
Anche su questo l'enneagramma docet: questo è un problema tipico del tipo 2 che difficilmente riconosce. 

Questo aspetto ha sempre a che fare con l'accettazione di non poter controllare tutto: quando avvii un progetto, ci saranno sempre rischi e, per quanto, hai pianificato bene, resta pur sempre un margine di incertezza e di fattori imprevedibili. 

Anche il controllo eccessivo dell'emozioni, fino alla loro repressione è una forma di controllo negativa. L'intelligenza emotiva insegna a gestire per un buon rapporto con se stessi, con gli eventi e anche con il prossimo delle tue relazioni, ma non insegna di certo a reprimerle.
Le emozioni anche negative sono espressione di salubrità dell'individuo, se non viene completamente assorbito da esse.  

Questo mi piace moltissimo: parla di autoinganno in cui cascano i guru, i cultori spirituali e anche gli ossessionati dal pensiero positivo.
Osservare i propri pensieri e modificarne contenuti e qualità è utile, ma diventare controllori impassibili e severi con se stessi e con gli altri è indicativo di un autoinganno controproducente.  


se anche tu senti che in questo momento la nostra zona di controllo (buono) e di influenza si è assottigliata, vai al prossimo, troverai un video sull'argomento